All’inizio della quaresima, proponevo di “ritornare a “sentire” secondo il cuore di Dio. Un cuore che sente come quello di Dio è un cuore che “sente” il dolore del fratello come il proprio dolore, che sente il grido dell’altro come il proprio grido, che sente l’anelito di pace e di bene di chi è oppresso come il proprio anelito”.
Allora non avevo assolutamente idea di ciò che sarebbe successo successivamente. Trovo ancora attuali quelle parole, le ho anche già viste realizzate in tante persone, in tanti gesti.
Mi ha profondamente colpito la grande generosità con cui moltissimi Astigiani si sono fatti carico dei problemi che man mano emergevano: le attrezzature per l’ospedale, le mascherine, i senza fissa dimora, gli anziani a casa senza spesa, i malati senza biancheria, le famiglie rimaste senza soldi per comprare cibo….
Segni che quando il nostro cuore diventa compassionevole come quello di Dio, il mondo, anche nella tragedia, può andare avanti, la speranza sopravvive nella disperazione, la luce, seppur piccola e incerta, rifulge nella notte.
Questo tempo ha messo a dura prova anche la nostra fede. Gesù in croce dice: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” Questa domanda è stata anche la nostra. E poi le privazioni hanno acceso la nostalgia: ci manca la messa domenicale, le iniziative che ci fanno crescere, l’incontro con la nostra comunità…
Siamo stati tentati di gridare a Dio decidendo noi quali dovevano essere i segni della sua cura, pensando che se non li avessimo ottenuti tutto sarebbe morto, anche Lui sarebbe morto.
Ma Dio non ci ha abbandonato. Lo sappiamo, lo crediamo, in certi momenti addirittura lo vediamo concretamente, quasi lo tocchiamo: Dio è con noi, e insieme a Gesù morente in croce, gli diciamo “nelle tue mani consegno il mio spirito”.
E siamo a Pasqua: la risurrezione. Il male e la morte sono sconfitti, la vita nuova sboccia e fiorisce. Questa è la vittoria che celebriamo. E con la resurrezione nasce qualcosa di nuovo, di profondamente diverso. La vita di Gesù non è più quella di prima, è una vita completamente rinnovata, senza tutti i limiti di tempo e di spazio, perché ora è vita eterna, perché Gesù è vicino a tutti, ovunque, sempre.
Così è per noi. In Gesù possiamo risorgere, anzi di più, in Gesù siamo già risorti. Ci è data una vita nuova, un mondo nuovo, senza più i limiti del passato.
Risorgeremo anche dal corona virus. Anche allora la nostra vita dovrà essere nuova. Con Gesù risorto, dovrà essere un mondo nuovo dove ad esempio le persone verranno prima del profitto, dove nessuno sarà nemico e verrà dopo di me, dove chi è debole non sarà messo da parte o buttato via perché ostacola il mio benessere, dove…
Anch’io dovrò essere nuovo. Non semplicemente un po’ meglio di prima, no, proprio nuovo, completamente nuovo, un’altra cosa. Nuovo perché il mio cuore sarà come quello di Dio. Gli amici dovranno vedermi e dire: “non ti riconosco, un tempo non eri così, sei proprio cambiato in meglio”.
Con Gesù attraversiamo questi giorni che ancora ci separano dalla fine. Attraversiamoli consolati dalla sua presenza, dal suo amore per noi, dal fatto che lui comprende il nostro dolore, la nostra fatica, la nostra angoscia. L’ha sperimentata sulla sua pelle e l’ha sconfitta: ha abbracciato la morte, l’ha abbracciata così forte che alla fine è la morte ad essere morta!
Guardando a Gesù risorto siamo certi che l’ultima parola sulla nostra esistenza sarà di Dio che dirà ad ognuno: “Vivi la vita fino in fondo. Vivi per sempre insieme a me.”
Buona Pasqua a tutti! Che sia, pur restando ancora in casa, già risorgere e sia già vita e mondo nuovo.
Vi benedico
+ Marco