Dalla fondazione romana nel V secolo
alla visita di Giovanni Paolo II nel 1993:
millecinquecento anni di storia cristiana
PRIMI SECOLI
Ad Asti, colonia di fondazione romana su insediamento ligure, transitava la strada romana Fulvia: proveniva da Dertona (Tortona) e collegava Hasta (Asti) ad Augusta Taurinorum (Torino). Tutto induce a pensare che essa favorì il primo annuncio cristiano nella città.
Scarse tuttavia sono le notizie sicure sui primordi del cristianesimo in Asti: ultimamente è stata scoperta una lapide paleocristiana (sec. V) in una necropoli posta alla periferia Est della città romana. Il primo Vescovo, menzionato in un documento (451), è Pastore.
La datazione più probabile dell’inizio della Diocesi è da fissarsi agli inizi del sec. V.
Nei secoli VI ‘ VIII prese avvio la cristianizzazione e la prima organizzazione ecclesiastica delle campagne, la quale originò quell’articolarsi di importanti pievi ben documentate nei secc. IX ‘ X. La diocesi era molto vasta: abbracciava gran parte del Piemonte meridionale, spingendosi dalle colline a Sud del Po fino alle propaggini delle Alpi Marittime.
I Vescovi di Asti nella seconda metà del X sec.avevano ottenuto dagli imperatori della casa di Sassonia il riconoscimento dei diritti economici e giurisdizionali di pertinenza pubblica sulla città e sull’ingentissimo patrimonio sparso per la vasta diocesi. Un potere destinato a ridimensionarsi si a seguito della creazione delle diocesi di Alessandria (1175)e, soprattutto, di Mondovì (1388), sia a causa della straordinaria espansione del Comune di Asti che, nell’arco di poco più di un secolo (XII ‘ XIII), riuscì a sottomettere quel vasto territorio, collocandosi tra le principali potenze dell’Italia Nod ‘ occidentale.
LA CATTEDRALE
Urbano II nel 1095 dedicò la Cattedrale di Asti.
Accompagnava il Papa, Bruno Astense, già canonico della Cattedrale astigiana ed in seguito Vescovo di Segni, canonizzato nel 1193. La Cattedrale allora dedicata era romanica e precedette l’attuale gotica, splendida ed imponente, che a Giovanni Paolo II, nell’atto di varcarne la soglia il 25 Settembre 1993, suscitò la spontanea esclamazione: ‘Che meraviglia!’. Della Cattedrale romanica rimane l’imponente torre campanaria e fu rinvenuta una parte significativa del pavimento musivo. Anzi all’interno della Cattedrale fu scoperto un reperto risalente al sec. VI e che potrebbe essere riferibile al muro Nord della Cattedrale paleocristiana dedicata a Santa Maria.
SAN SECONDO
Anche sulla tomba di San Secondo martire, inumato nella necropoli romana ad Est della città sulla via Fulvia, sorsero i primi sacelli devozionali contemporaneamente al diffondersi del culto del Santo anche al di fuori dei confini della diocesi. San Secondo di Asti è infatti anche il patrono di Ventimiglia. Tali sacelli furono sostituiti nei secoli IX e X da una chiesa della quale rimangono la cripta ed il campanile. L’attuale chiesa Collegiata fu innalzata nel 1256 e terminata nel ‘400. In epoca medioevale, sullo spazio antistante la chiesa, fu trasferito il mercato e, San Secondo, patrono della città e della diocesi, divenne anche il patrono dei mercanti e dei banchieri astigiani in patria ed all’estero: Aste nitet mundo sancto custode Secondo.
VITA CONSACRATA
Ricchissima e rilevante è la presenza della vita consacrata nella storia della diocesi di Asti. I primi furono i monasteri e le abbazie benedettine: si può ricordare il monastero femminile benedettino di Sant’Anastasio nel centro della città; risalirebbe al secolo VIII, probabilmente all’epoca di Liutprando, essendo la chiesa già documentata nel 792. Esistevano altri tre monasteri femminili. Rilevanti per la storia della città e della Diocesi di Asti furono l’abbazia dei santi Apostoli (menzionata nel 1041) e l’abbazia di Azzano (fondata nel sec. X) dai monaci benedettini, e la certosa di Valmanera dei Vallombrosani. Tra il secolo XII ed il XIII si ebbe un rinnovamento della vita religiosa in Asti con i Crociferi, gli Antoniani, gli Umiliati ed Umiliate, i canonici mortariensi, i canonici di Oulx, gli Ospedalieri di san Giovanni di Gerusalemme. Seguirono gli ordini mendicanti: frati Predicatori o Domenicani (forse già nel 1219), Francescani Minori Conventuali (1228), Clarisse Conventuali (1237), Carmelitani (metà sec. XIII), Serviti (metà sec. XIII), Agostiniani (1288). Infine fu degli Agostiniani Osservanti (1469), Francescani Osservanti (1470), Clarisse Osservanti (1525), Francescani Cappuccini (1539), Cistercensi Riformati (1620), Carmelitani Scalzi (1650). Asti non fu solo l’asti dei mercanti, ma anche l’Asti dei Monaci e dei frati, che in città e nelle campagne predicarono il vangelo e promossero una solida cultura cristiana. Lo stesso moltiplicarsi di chiese e conventi ne fu segno evidente.
DOPO IL CONCILIO DI TRENTO
Nella seconda metà del ‘500, dopo il Concilio di Trento, sulla linea di San Carlo Borromeo, nella diocesi di Asti, fin dall’inizio suffraganea di Milano, attraverso grandi figure di Vescovi, quali fra Domenico della Rovere, domenicano (1568 ‘ 1587), e fra Franco Panigarola, minore osservante e famoso predicatore (1587 – 1594), fu istituito il Seminario Diocesano (1574); s’instaurò la prassi di visite pastorali metodiche e ravvicinate e s’intensificò la tradizione dei sinodi diocesani, che mai venne meno. All’inizio del ‘600 dal Vescovo Aiazza (1596 ‘ 1618) furono chiamati ad Asti i Chierici Regolari di San Paolo detti Barnabiti perché ‘ si prendessero cura di allevare la gioventù nei buoni costumi e di istruirla nelle lettere’. Sul finire del secolo (1695) giunsero in Asti i Filippini (Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri).
Nel ‘700 si ebbe un generalizzato fervore nel ristrutturare o ricostruire ex novo edifici sacri in stile barocco. Nel 1775 fu inaugurato il monumentale nuovo seminario, capolavoro dell’arch. Benedetto Alfieri, voluto dal vescovo Caissotti (1762 ‘ 1786).
PERIODO NAPOLEONICO
Le soppressioni napoleoniche, sull’inizio dell’Ottocento, spazzarono via la multiforme presenza di monaci e frati. Abbazie e monasteri, maschili e femminili, caddero in rovina e molti furono abbattuti. Un patrimonio spirituale e culturale d’inestimabile valore svanì come nel nulla. Nella riforma napoleonica delle circoscrizioni ecclesiastiche, la diocesi di Alba venne a fare parte della diocesi di Asti. Nella restaurazione delle diocesi piemontesi del 1817 la diocesi astense fu ridotta agli attuali confini.
TRA OTTOCENTO E NOVECENTO
Tra Ottocento e Novecento, la diocesi di Asti conobbe un intenso fiorire di iniziative sociali, soprattutto nelle campagne, ed un grande ricupero spirituale, pastorale e missionario. Tre nomi vengono ricordati per evidenziare tutta una generazione di sacerdoti e religiosi: San Giuseppe Marello, fondatori degli Oblati di San Giuseppe, il Card. Guglielmo Massaia, grande apostolo dei Galla in Etiopia, ed Card. Giuseppe Gamba, Arcivescovo di Torino.
Guglielmo Visconti