Il giorno di Pasqua, con la vittoria della vita sulla morte in Gesù risorto, ci porta una ventata di novità, che San Paolo accoglie con questo atteggiamento: dimentico del passato, mi protendo verso il futuro. Tutti noi, consapevoli delle tensioni della nostra società, abbandonata a profonde inquietudini, sentiamo una grande voglia di novità. Anche la nostra Italia ha espresso in questi giorni il bisogno di rinnovamento che ci auguriamo autentico e vitale. A questo rinnovamento vorremmo contribuire, chiedendo di tenere in evidenza alcune attenzioni che riteniamo fondamentali. Innanzitutto chiediamo il realismo di comprendere che nessuna persona e nessuna forza politica possiede da sola i requisiti per realizzare un rinnovamento vero. Le novità sociali non possono essere realizzate se non di comune accordo, nel dialogo, nella stima vicendevole e nella capacità di lavorare insieme. Se è ben vero che una singola persona non può fare tutto da sola, è altrettanto vero che ciascuno può dare il proprio contributo. É segno di saggezza accogliere il bene e l’arricchimento che ci può venire dagli altri, compresi gli avversari e coloro che provengono da culture diverse. In secondo luogo chiediamo di tenere ben presente cosa significa progresso e avanzamento. Quando si assume una responsabilità, convinti che chi ci ha preceduti ci abbia portati sull’orlo di un precipizio, occorre fare bene attenzione a evitare pericolosi passi in avanti, che potrebbero determinare la caduta in baratri irreparabili. Per questo potrebbe essere utile, in un momento che ci auguriamo di cambiamento autentico, prendere in considerazione l’idea di alcuni “passi indietro”. Per esempio il passo indietro di chi ricorda che la Repubblica italiana è fondata sul lavoro e pertanto si preoccupa di consentire a tutti la possibilità di guadagnarsi la vita con il proprio onesto lavoro. Un altro passo indietro importante sarebbe quello di ricordare i tempi in cui alla base di una vita serena ci stava la stabilità dell’istituzione familiare, ora pericolosamente minata da ambigui “passi in avanti”, che hanno reso sempre più precaria la stabilità dei rapporti. Allo stesso modo ci auguriamo di poter ritornare in zona di sicurezza per quanto riguarda la tutela della vita, garantendo la sicurezza sul lavoro, allo stesso modo che l’accettazione della vita nascente e la garanzia di una assistenza paziente alla vita che volge al termine. L’augurio pasquale del Vescovo alle persone del suo territorio, non può esimersi dal ricordare che l’aiuto più sicuro per la vita di ciascuno è il riferimento a Dio, da tante voci dimenticato o proclamato facoltativo. Gesù risorto ci parla di un Dio vivo e vivificante per ogni singola persona e per la società nel suo insieme. Tra i tanti “passi indietro” che vorrei proporre a tutti, auguro volentieri il timor di Dio, che costituisce la garanzia più solida di quella sicurezza che tutti desideriamo e che sarà garantita ben più fortemente dalla buona coscienza di ciascuno che non da qualsiasi velleità di militarizzazione. Quando mi pongo di fronte ai giovani e li vedo così esposti alla fragilità del mondo che consegniamo a loro, mi sento in colpa per aver contribuito alla convinzione che fra le tante cose necessarie non figuri la convinzione che solo la fede in Dio possa essere il fondamento di un mondo dove ogni persona possa trovare il proprio posto e tutti insieme si possa costruire un mondo di pace, ricco di valori e capace di donarci un’esistenza serena. Buona Pasqua a tutti, riconoscenti a Gesù Cristo, il Dio della vita, risorto per donarci una vita nuova.
Francesco Ravinale