Il 23 maggio del 1941 nasceva don Vittorio Croce, uomo di Chiesa, di cultura, di tradizioni che Asti non può dimenticare; oggi a distanza di 81 anni da quel giorno, la città gli rende onore con l’inaugurazione di un fondo bibliotecario in sua memoria ospitato nella nella sede dell’Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea in Provincia di Asti, di corso Alfieri 350.
Si tratta di 1.195 volumi tutti catalogati in Sbn che rispecchiano la grande varietà di interessi coltivati da don Croce: dalla storia alla teologia alla storia locale, dal dialetto piemontese ai viaggi, dalla filosofia alla storia delle religioni. Un tesoro donato dagli eredi di don Croce nel segno anche della stima che il sacerdote nutriva per il presidente dell’Israt Mauro Forno.
E così è nato il “Fondo bibliotecario don Croce” depositato a Palazzo Ottolenghi e ora accessibile all’intera città.
Il direttore dell’istituto Mario Renosio segnala tra le particolarità e le rarità i 32 volumi della collana “Biblioteca di teologia contemporanea” della Queriniana; i 35 volumi contenenti i documenti ufficiali della Santa Sede dal 1962 al 2016 con testo latino a fronte; gli 11 volumi di Storia della Chiesa dalle origini al XX secolo (Jaka book); i 4 volumi di Storia della filosofia dell’Abbagnano (Utet); i 3 volumi del “Dizionario teologico interdisciplinare” (Marietti) e i 2 volumi di “Storia della chiesa ortodossa d’Etiopia”. Ma anche il “Gran dizionario piemontese-italiano” e il “Repertorio etimologico piemontese”, i numerosi volumi di storia delle comunità astigiane e l’immancabile “Caporetto” di Angelo Gatti.
Lunedì 23 maggio, giorno del suo compleanno, dopo un lungo lavoro di catalogazione, il fondo vedrà finalmente la luce. La cerimonia di inaugurazione comincerà alle 18 alla presenza delle massime autorità cittadine, dei padroni di casa Mario Renosio e Mauro Forno, dei familiari di don Croce e di una rappresentanza della redazione della Gazzetta d’Asti (con a capo il direttore don Dino Barberis) settimanale diocesano diretto da don Croce per oltre 40 anni.
Il fondo sarà visitabile negli orari di apertura dell’Israt.
Chi è Don Vittorio Croce
Nato a Camerano Casasco il 23 maggio del 1941, terzogenito di Vincenzo e Cecilia, ordinato sacerdote il 29 giugno 1965, don Vittorio Croce è scomparso il 27 aprile 2020.
Il suo primo incarico fu a Mombercelli come vice parroco, poi dal 1968 al 1981 passò alla parrocchia di Agliano e nel frattempo si laureò in Teologia, approdando già allora nella redazione della Gazzetta d’Asti, che iniziò a dirigere di fatto dal 1975. Nel 1981 fu nominato parroco di Settime e dal 2001 al 2016 fu vicario generale del vescovo Francesco Ravinale. Solo nel 2019 lasciò l’incarico di direttore del settimanale diocesano.
Numerose le pubblicazioni che hanno portato la sua firma, tra cui libri di ricerca teologica, di storia locale e sulle chiese dell’Astigiano, tra cui ricordiamo una pubblicazione dedicata al Cardinale Massaja. Ma non si può non citare anche una delle sue fatiche più originali: “Dessi dij nòm”, un vero manualetto di epiteti in piemontese.
Insostituibile il suo impegno a servizio della Diocesi, dove negli ultimi anni era stato chiamato a guidare la parrocchia di San Marzanotto. Arguto, colto, ironico univa la sua anima di parroco di campagna a quella di un raffinato accademico. Appassionato di viaggi e tradizioni, don Croce può considerarsi uno degli intellettuali più prolifici che il nostro territorio abbia mai avuto.