messaggio di monsignor Marco Prastaro, vescovo della Diocesi di Asti, in occasione dell’Ottobre Missionario.
“Questo ottobre 2019 si presenta con una caratteristica particolare poiché il Papa Francesco l’ha proclamato “mese missionario straordinario”.
La sua intenzione è di far sì che si risvegli nei nostri cuori la consapevolezza che tutti siamo chiamati ad annunciare il Vangelo in tutto il mondo, così come Gesù ci ha comandato: “Andate in tutto il mondo a proclamare il Vangelo a ogni creatura” (Mc 16,15). Dove per mondo si intende prima di tutto quelle nazioni a noi lontane nelle quali il Vangelo non è ancora conosciuto o nelle quali la Chiesa è ancora una piccola e a volte insignificante, se non addirittura perseguitata minoranza. Ma il mondo a cui Gesù ci invia, come Papa Francesco ci ricorda, sono anche tutti quei “mondi”, ambienti di vita, situazioni e persone che sono lontani dalla fede.
Lo slogan del mese missionario straordinario è “Battezzati e inviati”. Le due realtà sono collegate, la missione non è un compito specialistico di qualcuno di particolare, ma è compito di tutti i battezzati ed è il compito stesso di tutta la Chiesa, dunque di tutte le nostre parrocchie e comunità. Così papa Francesco scrive nel messaggio per la giornata missionaria di quest’anno: il mandato missionario ci Questo ottobre 2019 si presenta con una caratteristica particolare poiché il Papa Francesco l’ha proclamato “mese missionario straordinario”.
La sua intenzione è di far sì che si risvegli nei nostri cuori la consapevolezza che tutti siamo chiamati ad annunciare il Vangelo in tutto il mondo, così come Gesù ci ha comandato: “Andate in tutto il mondo a proclamare il Vangelo a ogni creatura” (Mc 16,15). Dove per mondo si intende prima di tutto quelle nazioni a noi lontane nelle quali il Vangelo non è ancora conosciuto o nelle quali la Chiesa è ancora una piccola e a volte insignificante, se non addirittura perseguitata minoranza. Ma il mondo a cui Gesù ci invia, come Papa Francesco ci ricorda, sono anche tutti quei “mondi”, ambienti di vita, situazioni e persone che sono lontani dalla fede.
Lo slogan del mese missionario straordinario è “Battezzati e inviati”. Le due realtà sono collegate, la missione non è un compito specialistico di qualcuno di particolare, ma è compito di tutti i battezzati ed è il compito stesso di tutta la Chiesa, dunque di tutte le nostre parrocchie e comunità. Così papa Francesco scrive nel messaggio per la giornata missionaria di quest’anno: il mandato missionario ci tocca da vicino: io sono sempre una missione; tu sei sempre una missione; ogni battezzata e battezzato è una missione. Chi ama si mette in movimento, è spinto fuori da sé stesso, è attratto e attrae, si dona all’altro e tesse relazioni che generano vita. Nessuno è inutile e insignificante per l’amore di Dio. Ciascuno di noi è una missione nel mondo perché frutto dell’amore di Dio.
Questo mese missionario straordinario ha anche un altro scopo: “riprendere la trasformazione missionaria della vita e della pastorale, della conversione delle nostre comunità in realtà missionarie”. Cioè far sì che le nostre comunità siano sempre più aperte, sempre meno circoli chiusi, quasi dei club per pochi, ma diventino aperte al mondo, capaci di andare incontro a tutti, di farsi presenti là dove si svolge la vita concreta della gente. Insomma di portare la testimonianza gioiosa del Vangelo al di fuori delle mura delle nostre chiese. Così il Papa descrive ciò che ha in mente: “Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione. La riforma delle strutture, che esige la conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso: fare in modo che esse diventino tutte più missionarie, che la pastorale ordinaria in tutte le sue istanze sia più espansiva e aperta, che ponga gli agenti pastorali in costante atteggiamento di “uscita” e favorisca così la risposta positiva di tutti coloro ai quali Gesù offre la sua amicizia.” (EG 27). Per questo siamo invitati a superare una tentazione tanto comune anche nelle nostre parrocchie: “La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così”. Invito tutti ad essere audaci e creativi in questo compito missionario”. (EG33)
Gli anni del Kenya mi hanno fatto comprendere che in fondo la missione nasce da un fatto molto semplice: hai incontrato Gesù, Lui ha trasformato la tua vita, questo non lo puoi tenere per te. A volte mi chiedo se veramente crediamo che Gesù trasforma la nostra esistenza, che con Lui la vita è gioia, che senza di Lui non è la stessa cosa. Bene afferma papa Francesco: La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. (EG1). Amici cari, facciamo sempre più questa esperienza di gioia trasformante dell’incontro con Gesù. Facciamoci toccare e trasformare dal suo amore. Facciamo sì che questo amore gioioso ci spinga a comunicarlo a tutti.
In missione cantavamo spesso un canto che diceva “Se non annuncio io il Vangelo, chi lo annuncerà? Se non diffondo io la Parola chi la diffonderà?” Coraggio, ciascuno annunci e diffonda il Vangelo nei “mondi” che frequenta. Se non lo fai tu, nessuno potrà farlo al tuo posto!
In questo mese invito ciascuno a sostenere con generosità tutti i missionari con la preghiera, l’amicizia, l’informazione e la condivisione. Sono nel mondo, lontani da casa, a nome nostro e per nostro conto, non lasciamoli soli!
Buon mese missionario a tutti, e che sia per tutti straordinario nella gioia dell’incontro con Gesù e nell’impegno di annunciarlo a tutte le persone”.
+ Marco Prastaro