Aprite il cuore al Signore!
Iniziamo l’avvento con il cuore ancora pieno della gioia e dell’affetto che la visita di Papa Francesco ha suscitato in tutti noi. Alcune delle parole che ci ha rivolto durante l’omelia in Cattedrale possono diventare il nostro programma per questo tempo che ci separa dal Natale.
Le quattro settimane del cammino di avvento ci invitano a vegliare e vigilare su noi stessi perché la venuta di Gesù non ci trovi impreparati ed addormentati.
E veramente dorme, nella fede e nella pienezza della vita umana chi si “aggrappa agli onori” e alle cose materiali. Chi si chiude in sé stesso rimanendo spettatore passivo di tutto ciò che gli succede intorno. Dorme ed è impreparato ad accogliere il Signore chi si fa “travolgere dal contagio letale dell’indifferenza” che “crea distanze con le miserie degli altri”, che ci spinge a “parlare di Gesù ma senza sintonizzarci con Lui”. Chi entra in questa dinamica “comincia col prendere le distanze, col guardare senza fare nulla. Non si cura e si abitua a girarsi dall’altra parte” e alla fine pensa solo più a se stesso, ed allora il Signore gli passa vicino, ma non se ne accorge più, perché è addormentato nel suo mondo in apparenza felice e tranquillo.
L’avvento ci spinge a svegliarci da questo sonno velenoso che ci ha reso indifferenti, per farci coinvolgere con il Signore. E come ci diceva Papa Francesco, tutto inizia dalla “confidenza che ci fa chiamare Dio per nome” ritrovando così la fiducia in Lui. Quella fiducia che ci fa aprire i nostri cuori al Signore, senza paura, senza mascherarsi: “Davanti a Dio: acqua e sapone, senza trucco, ma l’anima così come è”. E quando si apre il cuore al Signore non si può che “portare a Dio ciò che vediamo, le persone che incontriamo, le sofferenze del mondo”. Nella fiducia riusciamo a chiamare il Signore con il suo nome, a chiamarlo Gesù, non abbiamo più paura a confessare a Cristo i nostri peccati, a chiedergli di “ricordarsi di noi”.
Lo stesso invito è stato rivolto ai giovani: “Alzarsi e andare: non restare fermi a pensare a sé stessi, sprecando la vita a inseguire le comodità o l’ultima moda, ma puntare verso l’Alto, mettersi in cammino, uscire dalle proprie paure per tendere la mano a chi ha bisogno. E oggi ci vogliono giovani veramente “trasgressivi”, non conformisti, che non siano schiavi di un cellulare, ma cambino il mondo come Maria, portando Gesù agli altri, prendendosi cura degli altri, costruendo comunità fraterne con gli altri, realizzando sogni di pace!”. Tutto questo diventa un modo nuovo e più vero di vivere nel mondo diventando capaci di guardare l’altro negli occhi, toccando la sua mano, senza ritrarci difronte alla miseria umana.
Il Signore viene ancora a nascere fra noi, nasce ogni giorno fra noi e per noi. Questo tempo ci aiuti ad accorgerci della sua presenza, a vederlo, ad andargli incontro.
Nella nostra Cattedrale Papa Francesco ci ha suggerito una via perché questo avvenga, per “non essere cristiani all’acqua di rose”: pregare, prendersi cura dell’altro, interessarsi a Dio e alla Pace.
Buon avvento a tutti, da svegli e da persone coinvolte con Dio e con il mondo.
+ Marco
Asti, 2 Dicembre 2022