Un incontro partecipato, vivo, attivo, quello che ha visto unificati i due Consigli, il pastorale con i laici designati da tutta la diocesi e il presbiterale con i presbiteri che i sacerdoti diocesani hanno eletto. Direzione lavori: il vescovo, il segretario del Consiglio pastorale, Gianni Valente, da poco ordinato diacono e don Carlo Rampone segretario del presbiterale. Il primo incontro del nuovo anno sociale, il primo approccio insieme per iniziare il cammino in diocesi tra laici con i presbiteri.
Dopo i saluti iniziali – è sempre un’emozione rivedersi dopo la pausa estiva – don Carlo ha illustrato ai presenti l’icona della fase sinodale, quella profetica, l’ultima in ordine di tempo: i discepoli, che comunicano a tutti, riuscendo a farsi capire, la grandiosa immagine della Pentecoste, che i vescovi CEI hanno scelto per proporre la fase profetica. Sinodo, sì, ancora, grande protagonista del primo Consiglio diocesano: anche Gianni Valente si è espresso in tal senso, riprendendo le fasi ormai concluse e aprendo a quella tutta da esplorare, la profetica, ovvero la fase operativa, dell’agire, delle azioni, delle buone pratiche da segnalare e porre in essere.
Quindi i lavori di gruppo, seguendo le domande proposte dai LINEAMENTA, il documento che i vescovi hanno messo a punto per la nuova fase, che sarà commentato nella prossima assemblea sinodale a Roma. La comunicazione su più livelli, la formazione dei laici, la corresponsabilità, le strutture, con un occhio ancora ai ministeri istituiti, su cui si è riflettuto lo scorso anno.
Nei gruppi, laici e presbiteri insieme a parlare di Chiesa, secondo il metodo sinodale della conversazione spirituale. La difficoltà a comunicare con i giovani, spesso assenti, la catechesi da ripensare, le giovani famiglie da contattare, le difficoltà dei parroci con problemi vari, di varia natura, da risolvere. Sempre gli stessi filoni? Gli stessi contenuti? Non proprio, in diocesi esistono molte realtà virtuose, la nota pastorale del vescovo offre spunti, i Lineamenta pure.
Al termine, come da tradizione pastorale, l’allegra conviviale insieme, per fare ancora due chiacchiere, per curare le relazioni e le amicizie. In fondo, è proprio su questi contatti che si basa la vita della comunità…
Mariarosa Poggio