“La festa di oggi teologicamente ci restituisce una idea centrale per questo tempo: la tecnologia salvifica non è quella che ci rende più potenti, ma più capaci di prenderci cura dell’umano che siamo, dell’altro da noi.
Il 1 maggio per la Chiesa è il ricordo di San Giuseppe lavoratore. Colui che ha insegnato a Cristo a lavorare. Non un lavoro qualsiasi, un lavoro manuale che crea artefatti tecnologici per la vita delle persone.
Dignità, giustizia, sicurezza. Temi importanti.
Ma c’è un tema che li precede.
Il lavoro non ha come primo destinatario me, ma l’altro da me.
Ogni lavoro è dignità perché ha la dignità del prendersi cura di qualcuno. Che sia costruire un satellite o stirare un fazzoletto c’è sempre in gioco l’altro da me, l’umano come me, un fratello ed una sorella.
Buon primo maggio dunque, quello che ha il volto di chi mi sta accanto!”
Don Luca Peyron (gc)